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Casa Vogue: ritratto di Vico Magistretti

Nel ricordo e nel racconto di alcuni dei protagonisti del design contemporaneo che lo hanno conosciuto bene. Il ritratto leggero e semplice, come era lui, di un maestro (suo malgrado)
Ludovico per tutti solo Vico Magistretti nella sua casa di via Gesù nel 2000. Come la mostra in Triennale “Vico...
Ludovico, per tutti solo Vico, Magistretti, nella sua casa di via Gesù, nel 2000. Come la mostra in Triennale “Vico Magistretti architetto e designer milanese”, anche tutti gli altri eventi celebrativi attendono di essere riprogrammati e/o riaperti: alla Fondazione “1 10 100 Magistretti”; l’esposizione itinerante negli Istituti Italiani di Cultura nel mondo “100 anni di Vico Magistretti”. Di prossima uscita: “Vico Magistretti: storie di oggetti”, co-edizione Triest Verlag, Zurigo, e ECAL, Renens.SANTI CALECA

Il sorriso, lo sguardo, la voce. Vico Magistretti, che avrebbe compiuto 100 anni il 6 ottobre 2020, è stato anche questo. Portamento british e carattere lombardo, talento e fanciullezza insieme, semplicità e intelligenza, come i suoi progetti – tanti edifici, e oggetti che vivono nelle nostre case, quasi fossero lì da sempre, parole del lessico familiare: Eclisse, Atollo, Nuvola Rossa, Maralunga, Nathalie. Letti, lampade, librerie, «eccellenti modelli tradizionali ridisegnati per non lasciarli morire come una vecchia specie in via d’estinzione», scriveva. 

E così lo ricorda l’autore dello scatto in queste pagine, Santi Caleca, fotografo amico e collaboratore di Ettore Sottsass, che ha ritratto il design quando diventava, anche, comunicazione. Una chiave, forse, per capire Magistretti. «Non ero amico di Vico, non c’è mai stato un invito a cena, c’è sempre stata simpatia. Gli sono, però, riconoscente per un gesto di grande generosità. Ero ancora ragazzo, e lui era già Vico Magistretti, quando ho cominciato a lavorare con Cassina. Abbiamo realizzato insieme un bellissimo manifesto, sembrava quasi una bandiera socialista con una ragazza al centro, e una sera, mentre si preparava l’allestimento in showroom, io e mia moglie siamo entrati, senza sapere che l’avessero stampato. Quando Vico mi ha visto, ha dato l’avvio a un applauso, e tutti, anche Cesare Cassina, l’hanno seguito. Per me, che ero al primo lavoro importante, è stata una grande emozione. Aveva sempre l’aria di divertirsi, Vico, un’aria un po’ da ragazzo». 

Arrivava in studio ogni mattina in bicicletta, con i calzini rossi, suo tratto distintivo, parcheggiava all’angolo tra via Bellini e via Conservatorio, e via, a cominciare una nuova giornata di lavoro, in uno spazio più simile a un atelier che allo studio di un architetto, con le grandi finestre disegnate, come tutto l’edificio, da suo padre Pier Giulio. 

«Vico mi ha lasciato un imprinting fortissimo», ricorda Patricia Urquiola che, giovane neolaureata, collaborava con lui e Maddalena De Padova. «Quando venivo in studio, lo trovavo seduto a un tavolone, a disegnare in scala 1:1. Lavorava sempre con Franco Montella, il disegnatore col camice, erano una specie di coppia, quasi un fidanzamento buffo di lavoro: Montella era discreto, timido, un po’ angelo, e Vico forte, severo, integro, fino all’osso. Se non gli piaceva quello che avevamo fatto, diceva: “Questo è orrendo!”». 

Così nascevano i progetti, a quattro o sei mani, sempre in dialogo con i pochi collaboratori e i tanti committenti. «Perché in fondo», ricorda Jasper Morrison, suo allievo negli anni 80 al Royal College of Art di Londra come Konstantin Grcic, «è stato Vico a darmi il consiglio migliore. Eravamo a Milano nei primi anni 90, ero all’inizio della carriera e sentivo molto la pressione di arrivare con idee nuove. Vico mi disse: “Be’, abbiamo il miglior lavoro del mondo, non credi? Preoccupandoci di quando arriverà l’idea nuova, in fondo ci limitiamo. Ma se guardiamo le cose in una prospettiva temporale più lunga, impariamo a considerare il design con leggerezza, e ci divertiamo”».

(Continua)

In apertura: Ludovico, per tutti solo Vico, Magistretti, nella sua casa di via Gesù, nel 2000. Come la mostra in Triennale “Vico Magistretti architetto e designer milanese”, anche tutti gli altri eventi celebrativi attendono di essere riprogrammati e/o riaperti: alla Fondazione “1 10 100 Magistretti”; l’esposizione itinerante negli Istituti Italiani di Cultura nel mondo “100 anni di Vico Magistretti”. Di prossima uscita: “Vico Magistretti: storie di oggetti”, co-edizione Triest Verlag, Zurigo, e ECAL, Renens. 

Leggete l'articolo integrale su Casa Vogue, inserto speciale all'interno del numero di giugno di Vogue Italia (in edicola)