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8 ottobre 2017 - 14:05

Corea del Nord, Trump: «Con loro funziona solo una cosa». La «Teoria del pazzo» e il rischio guerra

di Guido Santevecchi, corrispondente da Pechino

«Spiacente, ma solo una cosa funzionerà con la Nord Corea!». Un altro tweet criptico di Donald Trump fa temere il peggio nella crisi. Il presidente ha usato ancora una volta la sua firma preferita @realDonaldTrump per lanciare un monito, senza spiegarne il significato finale. Sono due le sortite su Twitter, spedite in rete alle 9.40 e alle 9.45 di sabato sera ora di Washington (le 3.40 di questa domenica ora italiana, già mattina inoltrata a Pyongyang). Nella prima Trump ha scritto: «I presidenti e le loro amministrazioni hanno parlato alla Nord Corea per 25 anni, fatto accordi e pagato impressionanti somme di denaro...». «... non ha funzionato, accordi violati prima che l’inchiostro fosse asciutto, prendendo in giro i negoziatori americani. Spiacente, ma solo una cosa funzionerà!».

La quiete prima della tempesta

Giovedì alla Casa Bianca il presidente aveva radunato i vertici militari e posando per una foto di gruppo aveva detto ai giornalisti: «Ragazzi, sapete che cosa significa? Forse è la quiete prima della tempesta». Ancora: qualche giorno prima, il segretario di stato Rex Tillerson aveva annunciato di aver aperto «due o tre canali colloquio con i nordcoreani» e subito il presidente aveva sparato un tweet: «Il nostro meraviglioso segretario di stato spreca il suo tempo».

La squadra di decifratori di tweet

Negoziato con Kim Jong-un inutile, solo una cosa funzionerà. Che cosa significa? Secondo una ricostruzione del Washington Post i nordcoreani non riescono a «capire» Trump e l’interazione con i suoi ministri e consiglieri, dato che spesso esprimono posizioni contrastanti. Per questo a Pyongyang hanno messo insieme una squadra di giovani funzionari che hanno sviluppato «una conoscenza enciclopedica» dei messaggi lanciati su Twitter dal presidente statunitense. Non si perdono una battuta. Leggono e rileggono ogni riga. Mettono a confronto la posizione della Casa Bianca con quella di altri esponenti dell’Amministrazione. I nordcoreani hanno tentato anche di agganciare politologi di think tank americani per farsi spiegare la linea di Trump, li hanno invitati a visitare Pyongyang (a quanto risulta ricevendo una serie di rifiuti).

La Teoria del pazzo

Secondo diversi politologi Trump ha rispolverato la Teoria del pazzo inventata da Richard Nixon ai tempi della Guerra Fredda. A inizio Anni 70 Nixon aveva istruito i suoi consiglieri e inviati affinché comunicassero in via confidenziale agli interlocutori sovietici: «Dovete sapere che Nixon è ossessionato dal comunismo. Non riusciamo a frenarlo quando è arrabbiato e ha la mano sul bottone nucleare». «Io la chiamo madman theory», disse il presidente al suo consigliere Hadelman, che ha poi rivelato la storia anni dopo in un libro di memorie.

Messaggio a Seul

Ora Trump sta cercando di destabilizzare Kim facendogli credere di essere più instabile di lui? Forse non è solo una suggestione. Secondo il sito Axios il mese scorso il presidente ha ordinato a Robert Lighthizer, il suo negoziatore commerciale, di riferire agli alleati sudcoreani che Trump è così pazzo da potersi ritirare dai colloqui sul Trade Agreement in ogni momento. Un messaggio a Seul rivolto anche a Pyongyang.

Il rischio di un errore fatale

Come reagiranno i nordcoreani ai tweet di Trump? Penseranno che giochi con la Teoria del pazzo o che sia davvero pronto a colpire? Un gioco di segnali contraddittori e minacce che potrebbe portare a errori di interpretazione e reazioni armate.

Il prossimo missile di Kim

Con lo spettro del prossimo test missilistico di Kim: che sabato ha lodato il suo arsenale nucleare, definendolo un «potente deterrente» che garantisce la sovranità del Paese di fronte alle «protratte minacce nucleari degli imperialisti statunitensi». Una delegazione di politici russi è appena rientrata da una missione a Pyongyang e ha riferito che tutto è pronto per il lancio di un missile intercontinentale che dovrà dimostrare la capacità nordcoreana di raggiungere il territorio americano. La prima data temuta per il test è martedì 10 ottobre, il 72° anniversario della fondazione del Partito dei Lavoratori, una delle ricorrenze simboliche del calendario nordcoreano. Poi, il 18 ottobre si apre a Pechino il Congresso del Partito comunista cinese e Kim potrebbe usare anche quella data. Oppure aspettare fino al 4 novembre, quando Trump arriverà nella regione per una missione che lo porterà in Vietnam, Sud Corea, Giappone e Cina.

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